mercoledì 8 luglio 2015

Italo Calvino, "Le città invisibili", "L'antilingua", "Il sentiero dei nidi di ragno"

Indice di questo post
  1. Italo Calvino
  2. "Le città invisibili"
  3. "L'antilingua"
  4. "Il sentiero dei nidi di ragno"
  5. "Marcovaldo" e il racconto de "La Luna e Gnac"
ITALO CALVINO
(Cuba 1923- Siena 1985)




1 - VITA -  Oltrepagina verde, pg 734 e Oltrepagina arancione pg 510;
- Da ricordare: è stato un PARTIGIANO, durante la seconda guerra mondiale.

OPERE

2 - LE CITTA' INVISIBILI, 1972

- In questo romanzo si racconta che Marco Polo, alla corte dell'Imperatore dei Tartari Kublai Kahn, descriva al sovrano le tante piccole città che fanno parte del suo immenso impero e che lo stesso Marco Polo ha visitato.
- Ecco, solo per curiosità, il LINK all'intero romanzo.
- Cornice: la cornice è rappresentata da brevi dialoghi in cui l'imperatore chiede a Marco Polo di descrivere ciò che ha visto nei suoi viaggi.
- Le città invisibili: Marco Polo descrive 55 città che rappresentano la complessità, il disordine della realtà che ci circonda, che è spesso insondabile, incomprensibile. Le città sono fatte di sogni e di paure, spesso nascoste sotto prospettive ingannevoli e sfuggenti: il lettore è obbligato a cercare una logica, un ordine, un significato proprio in quello che legge, non può rimanere passivo.


PROCOPIA - Oltrepagina verde pg 672, oppure in questo LINK: descrive la preoccupazione per il sovraffollamento del pianeta; 
LEONIA - Oltrepagina verde pg 673, oppure in questo LINK: affronta il tema delle difficoltà legate allo smaltimento dei rifiuti, sempre più abbondanti e praticamente indistruttibili;
ZENOBIA - Oltrepagina arancione pg 511: descrive un'alta città, costruita su palafitte; 
ARMILLA - Oltrepag arancione pg 511: è la città dell'acqua; 
SOFRONIA - Oltrepag arancione pg 512: è una la città ottovolante;


3 - L'ANTILINGUA, 1965
1965 - In un articolo apparso sul quotidiano "Il Giorno", Italo Calvino descrive l'''antilingua", il "burocratese", la lingua che si parla nella pubblica amministrazione, negli uffici, nei documenti, nelle bollette, nei resoconti delle banche: si tratta di una lingua incomprensibile e non democratica.

- In questo articolo si racconta di un uomo che va alla polizia per denunciare di aver subito il furto di alcuni fiaschi di vino. Le parole dell'uomo, riportate nel documento ufficiale rappresentato dalla denuncia, vengono stravolte e trasformate in un linguaggio burocratico.

Ecco il testo.

- Il brigadiere è davanti alla macchina da scrivere.

L'interrogato, seduto davanti a lui, risponde alle domande un po' balbettando, ma attento a dire tutto quel che ha da dire nel modo più preciso e senza una parola di troppo: "Stamattina presto andavo in cantina ad accendere la stufa e ho trovato tutti quei fiaschi di vino dietro la cassa del carbone. Ne ho preso uno per bermelo a cena. Non ne sapevo niente che la bottiglieria di sopra era stata scassinata".

Impassibile, il brigadiere batte veloce sui tasti la sua fedele trascrizione: "Il sottoscritto essendosi recato nelle prime ore antimeridiane nei locali dello scantinato per eseguire l'avviamento dell'impianto termico, dichiara d'essere casualmente incorso nel rinvenimento di un quantitativo di prodotti vinicoli, situati in posizione retrostante al recipiente adibito al contenimento del combustibile, e di aver effettuato l'asportazione di uno dei detti articoli nell'intento di consumarlo durante il pasto pomeridiano, non essendo a conoscenza dell'avvenuta effrazione dell'esercizio soprastante".

"Ogni giorno, soprattutto da cent'anni a questa parte, per un processo ormai automatico, centinaia di migliaia di nostri concittadini traducono mentalmente con la velocità di macchine elettroniche la lingua italiana in un'antilingua inesistente. Avvocati e funzionari, gabinetti ministeriali e consigli d'amministrazione, redazioni di giornali e di telegiornali scrivono parlano pensano nell'antilingua.
Caratteristica principale dell'antilingua è quello che definirei il "terrore semantico", cioè la fuga di fronte a ogni vocabolo che abbia di per se stesso un significato […]. Nell'antilingua i significati sono costantemente allontanati, relegati in fondo a una prospettiva di vocaboli che di per se stessi non vogliono dire niente o vogliono dire qualcosa di vago e sfuggente […]
Chi parla l'antilingua ha sempre paura di mostrare familiarità e interesse per le cose di cui parla, crede di dover sottintendere: "io parlo di queste cose per caso, ma la mia funzione è ben più in alto delle cose che dico e che faccio, la mia funzione è più in alto di tutto, anche di me stesso".
La motivazione psicologica dell'antilingua è la mancanza d'un vero rapporto con la vita, ossia in fondo l'odio per se stessi. La lingua invece vive solo d'un rapporto con la vita che diventa comunicazione, d'una pienezza esistenziale che diventa espressione. Perciò dove trionfa l'antilingua - l'italiano di chi non sa dire "ho fatto" ma deve dire "ho effettuato" - la lingua viene uccisa."



4 - "IL SENTIERO DEI NIDI DI RAGNO", 1947

Si tratta di un romanzo pubblicato da Italo Calvino nel 1947, ambientato in Liguria durante la Seconda Guerra Mondiale.

- Dove e quando? Liguria, durante la seconda guerra mondiale, in particolare verso la fine della guerra, i tedeschi, che inizialmente erano alleati, diventano nemici e vengono combattuti dai partigiani che agiscono clandestinamente.
- Cosa? Storie di partigiani
- Perché? Calvino ha scritto questo romanzo subito dopo la fine della II guerra mondiale, per descrivere il mondo della guerra che aveva coinvolto non solo i soldati, ma anche i civili, incluse le donne e i bambini.

- TRAMA 
- Pin è un orfano che vive nei vicoli poveri di Sanremo con la sorella prostituta, Rina, detta la Nera di Carrugio.
- Il furto della pistola - Escluso dai giochi dei coetanei, Pin trascorre molto tempo sulla strada e all'osteria, in mezzo agli adulti. Gli antifascisti dell’osteria lo minacciano, perché la sorella lavora con i tedeschi e per guadagnarsi la loro fiducia, Pin ruba la pistola di un ufficiale di marina tedesco, uno degli amanti della Rina. Quando torna all’osteria, dai discorsi degli adulti intuisce che non attribuiscono grande importanza al suo gesto eroico, quindi Pin nasconde l’arma nel sentiero dove fanno il nido i ragni, un luogo che lui solo conosce.
- Il carcere e l'incontro con i partigiani - In seguito Pin viene arrestato per il furto della pistola e in carcere incontra Lupo Rosso, un famoso partigiano. Pin evade insieme a lui, ma durante la fuga viene abbandonato. Dopo una notte di paura e di incubi si imbatte in Cugino, un partigiano solitario che presenta il ragazzo alla banda partigiana di cui fa parte, che è guidata dal Dritto.
Pin diventa il beniamino dei partigiani, grazie al suo comportamento sfrontato e alla bravura nel cantare canzoni malinconiche. Affronta con la banda una pericolosa azione di guerra. Poi però, si ritrova di nuovo solo e senza la sua pistola, perché gliel’ha rubata un altro ragazzo, Pelle, passato nella brigata dei fascisti.
- Pin e Cugino - Successivamente Pin ritrova la propria pistola e incontra di nuovo Cugino, con cui risalda l’amicizia: ora finalmente non è più solo, ha trovato l’amico che cercava, il Grande amico.

5 - "Marcovaldo" - 1963
In questo romanzo, Calvino racconta la storia di un uomo semplice e ingenuo, di nome Marcovaldo, che per motivi di lavoro va a vivere in una grande metropoli, lasciando l'amata campagna.
Il romanzo è articolato in una serie di brevi racconti, ognuno dedicato ad una piccola disavventura di Marcovaldo e della sua famiglia che non riescono ad adattarsi all'ambiente cittadino.
Ecco il link al riassunto del romanzo - LINK

In classe abbiamo letto "La luna e GNAC" - LINK

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